[Electrochemotherapy for disseminated superficial metastases from malignant melanoma ]
L. G. Campana 1, S. Valpione 4, S. Mocellin 5, R. Sundararajan 7, E. Granziera 2, L. Sartore 6, V. Chiarion-Sileni 3 and C. R. Rossi 1
1 Sarcoma and Melanoma Unit, 2 Anaesthesiology Unit and 3 Medical Oncology Unit 2, Veneto Region Oncology Research Institute (IOV-IRCCS), and 4 Medical Oncology Unit 2, 5 Department of Oncological and Surgical Sciences, and 6 Plastic Surgery Unit, University of Padova, Padova, Italy, and 7 Electrical and Computer Engineering Technology Department, Purdue University, West Lafayette, Indiana, USA
British Journal of Surgery 2012
RAZIONALE
Nonostante gli incoraggianti progressi nello sviluppo di
nuove terapie sistemiche, la gestione dei pazienti affetti da melanoma con
metastasi superficiali diffuse è una sfida importante.
La presenza di
lesioni metastatiche cutanee è indice di una prognosi infausta perchè di solito
sottende una diffusione sistemica della malattia. La resezione chirurgica, così
come la radioterapia di lesioni superficiali da melanoma, è applicabile in un
numero limitato di pazienti e la chemioterapia loco-regionale è un'opzione solo
quando la malattia è localizzata agli arti.
Il trattamento delle recidive
cutanee da melanoma, pur essendo spesso solo palliativo, può incidere in modo
positivo sulla qualitàdi vita dei pazienti compromessa dalla presenza di
malattia visibile e dalla necessità di medicazioni ripetute.
L'elettrochemioterapia ha dimostrato di essere una efficace opzione terapeutica
nel trattamento palliativo dei tumori della pelle
LO STUDIO
L'obiettivo del nostro lavoro era
identificare i fattori predittivi di efficacia, tossicità e controllo locale
della malattia in pazienti con melanoma maligno trattati con
elettrochemioterapia.
Sono stati trattati con elettrochemioterapia 85
pazienti con metastasi cutanee e diffuse da melanoma, non aggredibili
chirurgicamente e nei quali la chemioterapia era stata inefficace.
RISPOSTA TUMORALE E CONTROLLO LOCALE DELLA MALATTIA
Sono stati trattati con elettrochemioterapia 85
pazienti. Un mese dopo la prima seduta di elettrochemioterapia una risposta
obiettiva è stata osservata in 80 pazienti (94%). In 39 pazienti che avevano
risposto solo in modo parziale al primo trattamento, una seconda seduta di
elettrochemioterapia ha portato ad una completa risposta in 19 pazienti. Dei 41
pazienti (48%) "complete responders" al primo trattamento, 19 sono stati
sottoposti ad una seconda seduta di elettrochemioterapia, dopo un tempo
medio di sei mesi, per la comparsa di nuove lesioni. Sei pazienti hanno avuto
una ricorrenza locale della malattia dopo un tempo medio di 26 mesi.
A due anni il "local progression-free survival rate" è stato dell'87%.
I dati confermano che sedute ripetute di
elettrochemioterapia (fino a sei sedute) sono ben tollerate e la tossicità
rilevata, soprattutto di natura dermatologica, minima.
Sebbene il controllo
del tumore locale del tumore possa essere stato influenzato dalla successione delle terapie effettuate dal paziente, solo ad un quarto dei pazienti sono state somministrate terapie sistemiche dopo l'elettrochemioterapia; nessuna differenza nel controllo locale della malattia e nella sopravvivenza è stata riscontrata tra i pazienti che avevano ricevuto trattamenti aggiuntivi dopo elettrochemioterapia (dati on file).
Un dato interessante, anche se preliminare, emerso da
questa analisi è la risposta positiva all'elettrochemioterapia in pazienti nei
quali la malattia recidivava dopo perfusione d'arto o radioterapia e in pazienti
trattati con basse dosi di interferon. Questa osservazione conferma l'efficacia
dell'elettrochemioterapia in anche in pazienti pretrattati con
radioterapia
Figura
FATTORI PREDITTIVI DELLA RISPOSTA TERAPEUTICA
Come già osservato da altri autori, anche in questa
casistica, i noduli di dimensioni inferiori ai 3 centimetri rispondono meglio
alla elettrochemioterapia. Inoltre pazienti con un numero di lesioni inferiore o
uguale a 20 hanno una maggiore probabilità di rispondere positivamente alla
terapia.
L'applicazione ripetuta degli elettrodi su una singola lesione e il
numero delle sedute di elettrochemioterapia per paziente sono i soli fattori
predittivi della possibilità di controllare il tumore a livello locale; questa
osservazione giustifica la ripetizione dell'applicazione degli elettrodi nel
corso di una singola procedura e la ripetizione delle sedute di
elettrochemioterapia in pazienti con molte metastasi o metastasi di grandi
dimensioni.
Inoltre i pazienti con metastasi da melanoma localizzate negli
arti inferiori avevano una prognosi più favorevole rispetto a quelli con lesioni
localizzate al tronco. Non è stata infine osservata nessuna differenza nella
risposta alla elettrochemioterapia tra i pazienti con metastasi cutanee rispetto
a quelli con metastasi sia cutanee sia viscerali. Sulla base di queste
osservazioni, il paziente a cui offrire l'elettrochemioterapia, potrebbe essere
quello che manifesta poche (20 o meno) e piccole (inferiori ai 3 centimetri)
metastasi agli arti, a prescindere dalla presenza concomitante della malattia a
livello viscerale.
CONCLUSIONE
L'elettrochemioterapia ha dimostrato di essere molto
efficace in pazienti con metastasi tumorali refrattarie a precedenti cicli di
chemioterapia.
L'elettrochemioterapia consente di ottenere la
stabilizzazione della malattia a lungo termine in pazienti con melanoma della
cute diffuso. I risultati raccolti danno al clinico una importante indicazione:
l'elettrochemioterapia in pazienti con 20 o meno metastasi cutanee, di
dimensioni inferiori a 3 cm di diametro, in particolare quando i noduli tumorali
si trovano negli arti inferiori, produce una elevata percentuale di controllo
locale delle lesioni, controllando localmente il tumore e un impatto positivo
sulla sopravvivenza.
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